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L’istinto della formica

Visitabile fino al 10 ottobre, al Museo civico di Castello Ursino, la mostra curata dalla prof.ssa Barbara Mancuso e realizzata con dottorandi, laureati e studenti del Disum

Giovedì 30 marzo alle 18, al Museo civico di Castello Ursino (piazza Federico di Svevia 3, Catania) si inaugura la mostra “L’istinto della formica. Arte moderna delle collezioni benedettine dai depositi del castello”, curata dalla professoressa Barbara Mancuso (Storia dell'arte moderna, dipartimento di Scienze umanistiche dell'Università di Catania) e realizzata con la collaborazione di dottorandi, laureati e studenti del Disum.

Il titolo della mostra nasce da una citazione: «Ad ogni istante si riscontra in questa collezione, come in tutte quelle dei monaci, l'istinto della formica che raccoglie ed accumula indiscriminatamente e con la stessa passione il chicco di grano e l'inutile pezzo di legno: felice istinto questo, da cui sono nate le prime collezioni», così Dominique Vivant-Denon, futuro direttore del museo del Louvre, avrebbe ricordato il museo dei padri benedettini nel Monastero di San Nicolò l'Arena a Catania, dopo averlo visitato nel 1779.

Costituito da diverse sezioni e già esistente negli anni Quaranta del XVIII secolo, il museo comprendeva infatti diverse tipologie di oggetti - terracotte e maioliche, quadretti su diverso supporto, arredi di squisita fattura, bronzetti moderni, armi, avori, “curiosità” - ma anche, accanto alle raccolte di antiquaria e a quelle di storia naturale, una serie di dipinti la cui analisi è stata finora trascurata anche a causa dei dubbi sull’identificazione delle opere. Solo recentemente gli studi sulla storia della formazione della collezione hanno consentito di definire meglio la consistenza, in particolare, delle raccolte artistiche. La mostra è pertanto una prima presentazione ad un pubblico più vasto dei recenti risultati di queste ricerche

Si potranno così vedere insieme a dipinti già noti e regolarmente esposti come il Profeta di Ribera, due Storie del buon Samaritano del pittore caravaggesco siracusano Mario Minniti; si potranno meglio considerare opere come l’Adamo ed Eva che piangono la morte di Abele; ammirare uno splendido Tobiolo e l'angelo; rivedere il Ritratto di gentiluomo di Domenico Theothokopoulos, detto El Greco, da troppo tempo dimenticato: un piccolo intenso dipinto del grande artista cretese di nascita e italiano di formazione, ma infine spagnolo di elezione, geniale e visionario interprete dell’autunno del Rinascimento mediterraneo.

La mostra nasce dalla volontà dell'Assessorato comunale ai Saperi e bellezza condivisa di valorizzare le collezioni artistiche del Museo civico. Il risultato è il frutto della collaborazione tra il Comune e l'Università e si lega ad un progetto di ricerca del dipartimento di Scienze umanistiche dal titolo "La storia delle collezioni per l'educazione al patrimonio. Arte antica, medievale e moderna al museo civico di Castello Ursino" (FIR 2014-17), dedicato allo studio di una selezione di opere e delle loro vicende collezionistiche.

La mostra sarà visitabile fino al 10 ottobre 2017.

(30 marzo 2017)


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