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Lo “sguardo interiore” di Lalla Romano

Martedì 16 gennaio alle 12 (aula A7, Monastero dei Benedettini), conferenza della dott.ssa Novella Primo per il ciclo "La nostra parte di gioia - Letteratura e studi di genere"

Martedì 16 gennaio alle 12, nell'aula A7 del Monastero dei Benedettini, la dott.ssa Novella Primo tiene la conferenza "Lo 'sguardo interiore' di Lalla Romano", incentrata intorno al libro fotografico "Nuovo romanzo di figure" (Einaudi, 1997).

L'iniziativa, a cura della prof.ssa Maria Rizzarelli (Letteratura italiana contemporanea), è organizzata dal dipartimento di Scienze umanistiche, dal centro Genus e dalla rivista Arabeschi nell'ambito del ciclo "La nostra parte di gioia - Letteratura e studi di genere".

Il libro

Le immagini e il racconto per immagini svolgono un ruolo di grande importanza nei libri di Lalla Romano. "Nuovo romanzo di figure" è la terza edizione (la seconda è "Romanzo di figure" del 1986), avvenuta nel 1997 del volume "Lettura di un’immagine" (1975) in cui la scrittrice inizia un nuovo modo di comporre un romanzo: le fotografie che commenta, immagini con valenza di scrittura, sono esse stesse «testo» e «lo scritto un’illustrazione». "Lettura di un’immagine" ricompone il microcosmo della fanciullezza della scrittrice attraverso le fotografie scattate dal padre. Qui tra foto e testo, tra l’interpretazione di quel mondo da parte del padre e le immagini e la «lettura» di quello stesso mondo da parte della scrittrice, si instaura quasi un dialogo, tessuto di allusioni e di rimandi, un susseguirsi di brevi commenti e appunti.

L'autrice

Lalla Romano è una delle figure più significative del Novecento letterario italiano. Esordì con la raccolta di versi "Fiore" (1941), cui seguirono "L’autunno" (1954) e "Giovane è il tempo" (1974). Più significativa fu la sua opera di narratrice, iniziata con le prose di "Le metamorfosi" (1951) e col romanzo "Maria" (1953), che rivelarono la specifica attitudine a creare atmosfere rarefatte e ad analizzare affetti semplici e domestici: una poetica che toccò il momento più alto nel lungo racconto autobiografico "La penombra che abbiamo attraversato" (1964). Toni delicatamente psicologici caratterizzano anche i libri successivi: "Le parole tra noi leggere" (1969, premio Strega), "L’ospite" (1973), "Inseparabile" (1981), di impianto autobiografico. Con "Nei mari estremi" (1987) e "Un sogno del Nord" (1989) Romano tornò alla libertà inventiva del racconto. Tra le opere successive: "Le lune di Hvar" (1991), diario-poemetto autobiografico, "Un caso di coscienza" (1992) e "Ho sognato l’ospedale" (1995), "In vacanza col buon samaritano" (1997), "Dall’ombra" (1999), "Diario ultimo", pubblicato postumo nel 2006.

Un aspetto significativo della sua produzione letteraria sono i «romanzi per immagini», la maggior parte con fotografie di suo padre Roberto Romano. Fra questi: "Lettura di un’immagine" (1975), "La treccia di Tatiana" (1986, con foto di Antonio Ria), "Romanzo di figure" (1986), "Nuovo romanzo di figure" (1997: comprende anche il precedente), "Ritorno a Ponte Stura" (nome letterario del natio Demonte, 2000). Le fotografie in questi volumi diventano impalpabili segni di alterità che, attraverso la scrittura, rivelano il loro segreto.

(16 gennaio 2018)

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