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Il giuramento

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Venerdì 21 giugno (ore 18:30), nella corte del Castello Usino di Catania, reading di presentazione del testo teatrale di Claudio Fava, per la rassegna “Estate a Castello Ursino”

Venerdì 21 giugno (ore 18:30), nella corte del Castello Usino di Catania, si terrà un reading per presentare il libro Il giuramento (Edizioni Add 2019), testo teatrale di Claudio Fava, giornalista e scrittore, in atto presidente della commissione antimafia all’Assemblea regionale siciliana.

Sarà presente l’autore, con letture di David Coco, già protagonista dello spettacolo prodotto dal Teatro Stabile.

L’allestimento è stato prodotto dallo Stabile etneo nella scorsa stagione, per la regia di Ninni Bruschetta, e portato con grande successo in tournée nazionale.

Il protagonista dello spettacolo, l’attore David Coco, alla presenza dell’autore tornerà a ripercorrere il coraggioso calvario di Mario Carrara, uno dei pochi docenti universitari che all’epoca preferirono il carcere piuttosto che prestare giuramento al regime fascista.

Scrive Claudio Fava: «Le teste si possono tagliare o contare. Nel 1931 il regime fascista scelse entrambe le soluzioni e impose a tutti i professori universitari un giuramento di fedeltà al duce. Giurarono in 1238. Solo in dodici si rifiutarono. Questo è il racconto di uno di quei dodici, ed è liberamente ispirato alla figura di Mario Carrara, medico legale, uno dei primi a rifiutare il freddo censimento con cui Lombroso aveva insegnato a catalogare gli uomini e le anime. Mentre l’università celebra il concetto della razza, le carriere si fanno con la tessera del partito, gli studenti indossano le camicie nere anche a lezione, Carrara intuisce l’agonia scellerata del Paese e quando il rettore gli comunica data e prescrizioni del giuramento, ossia fedeltà al re e a Mussolini, capisce di non poterlo fare. Non per puntiglio ideologico ma per sentimento di decenza. Perché quel giuramento è anzitutto ridicolo, grottesco, fasullo. In una parola: indecente. La storia di Mario Carrara è metafora involontaria eppure inevitabile su questo nostro tempo, pervaso da nuovi conformismi e da antiche rassegnazioni».

(21 giugno 2019)

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