Prende il via lunedì 29 novembre alle 16, nell'aula magna del Palazzo Centrale (Piazza Università, 2), "Climate Change and Transnational Crisis: a Glocal Challenge", il ciclo di incontri organizzati da Croce Rossa Italiana e Università di Catania per promuovere la corretta informazione su un tema delicato, e quanto mai attuale, come quello dei cambiamenti climatici.
Si tratta di una serie di workshop tenuti da esperti e ricercatori, aperti agli studenti e alla cittadinanza, per incrementare la consapevolezza, attraverso una ricerca coerente delle fonti informative, e ribadire l’urgenza di un impegno collettivo per rallentare gli effetti del surriscaldamento globale.
L’iniziativa prevede in tutto sette workshop in programma dalla fine di novembre 2021 a maggio 2022, al termine dei quali un nucleo ristretto di studenti – adeguatamente formati dai volontari della CRI – metterà in piedi un gioco di ruolo per simulare, a tutti gli effetti, lo svolgimento della COP26.
Il progetto rientra nel protocollo d’intesa siglato a giugno 2021 dal rettore dell’Università di Catania, Francesco Priolo, e dal presidente nazionale della CRI, Francesco Rocca ed ed è parte della campagna quadriennale “Effetto Terra”.
Dopo i saluti istituzionali del rettore Francesco Priolo e del delegato tecnico nazionale CRI per l'innovazione, il volontariato, e la formazione Gabriele Bellocchi, la presentazione dei percorsi di "role playing internazionale" sarà curata da Vanessa Seren Bernardone, delegato tecnico nazionale CRI per la riduzione del rischio da disastri e la resilienza.
Adriana Di Stefano (Università di Catania), promotrice dell'iniziativa per Unict, introdurrà il tema del primo workshop incentrato su "Cambiamenti climatici: da fenomeno scientifico a crisi umanitaria"; seguirà la relazione di Christian Mulder, delegato d'ateneo all'Ecologia e all’Emergenza Climatica, dal titolo "La Sicilia come ponte e finestra dei cambiamenti climatici tra Europa e Africa".
Da decenni i cambiamenti climatici sono sempre più evidenti, indifferentemente dalla loro scala. Quello che colpisce di più è l'apparente imprevedibilità, la preoccupante frequenza e l'aumentata intensità dei molteplici effetti del riscaldamento globale con i quali la popolazione umana si deve confrontare. La Sicilia, da sempre ponte naturale tra Africa ed Europa, è la migliore finestra per poter vedere dal lato africano fenomeni storicamente conosciuti quali siccità e carestie e dal lato europeo fenomeni apparentemente nuovi quali ondate di calore, incendi e nubifragi. Sette anni dopo l'Accordo di Parigi sono necessarie con urgenza azioni concrete volte a tutelare sostenibilità, salute e biodiversità a livello globale con diverse e rapide azioni, particolarmente necessarie nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo.
(29 novembre 2021)