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Il singolo davanti alla violenza mafiosa

Martedì 9 novembre alle 16, nell'aula A2 del Monastero dei Benedettini, iniziativa per ricordare l'avvocato penalista Serafino Famà, ucciso a Catania 15 anni fa

La locandina

Martedì 9 novembre alle 16, nell'aula A2 del Monastero dei Benedettini, iniziativa per ricordare l'avvocato penalista Serafino Famà, ucciso a Catania 15 anni fa: un delitto di mafia che molti non conoscono o hanno dimenticato.

L'iniziativa Il singolo davanti alla violenza mafiosa. Ricordo dell'avvocato Serafino Famà a quindici anni dal suo assassinio ha il patrocinio delle facoltà di Lettere e Filosofia e di Lingue e Letterature straniere dell'Università di Catania.

Intervengono Ignazio Fonzo, procuratore della Repubblica aggiunto presso il Tribunale di Agrigento, Luciano Granozzi, docente di Storia contemporanea (Università di Catania), Viviana Matrangola, responsabile del settore "Memoria internazionale" di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, Rosanna Scopelliti, presidente della Fondazione "Antonino Scopelliti" e Flavia Famà.


Il 9 novembre 2010 saranno trascorsi 15 anni dall’omicidio per mano criminale dell’avvocato Serafino Famà. Un avvocato, un uomo, per alcuni forse solo un nome, per me un padre che mi è stato portato via all’improvviso, quando avevo solo tredici anni. Sono più gli anni che ho passato senza di lui ormai, che quelli in cui ho potuto conoscerlo. Mio padre fu ucciso per dare l’esempio a chi, come lui, non intendeva fare favori ai clienti. Catania nel 1995 era una città difficile, intrisa di omertà, paura e accondiscendenza, purtroppo non molto distante dalla Catania di oggi…

Nacque il 3 aprile del 1938 a Misterbianco in provincia di Catania, era un avvocato penalista, per lui non era solo un lavoro, ci credeva, indossava la toga e la onorava ogni giorno. Credeva nella giustizia, nel diritto di ogni uomo ad essere difeso, nella legalità. “Onestà e coraggio, se ti comporti con onestà e coraggio non devi avere paura di nulla”, mi diceva. Per quel suo rifiuto ad una richiesta di un mafioso venne condannato a morte da quel boss che oggi collabora con la giustizia. Quest’anno abbiamo deciso di ricordarlo ai Benedettini, con i ragazzi, per i ragazzi, affinché conoscano la storia di chi ha lottato per la Giustizia e la Legalità, perché credo ancora che ci sia una speranza per questa città.

Flavia Famà

(09 novembre 2010)


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