"Lei dunque capirà" di Claudio Magris sarà in scena al Teatro Musco da martedì 27 marzo a domenica 1 aprile per il cartellone nuovoteatro dello Stabile etneo. Lo spettacolo sarà approfondito nell'ambito di "Doppia Scena" da un incontro con il regista Antonio Calenda e l'attrice Daniela Giovanetti giovedì 29 marzo alle 11,30 al Monastero dei Benedettini. Introducono i docenti Iain Halliday e Grazia Pulvirenti.
È un soggiogante monologo quello che Claudio Magris, ispirandosi al mito di Euridice, ha scritto per l’attrice Daniela Giovanetti; l’intenso atto unico, applaudito nei maggiori teatri della penisola, approda ora nel ricco cartellone di nuovoteatro, che lo Stabile catanese dedica agli autori contemporanei. Lei dunque capirà sarà in scena al Musco dal 27 marzo all’1 aprile. La produzione è firmata da Antonio Calenda per la regia, Pier Paolo Bisleri per le scene, Elena Mannini per i costumi, Nino Napoletano per le luci, Alexandro Majcan per il suono.
Recita uno stralcio del testo: «Questa luce velata, opaca, mi piace; mi sembra di essere sul fondo del mare, dove tutto è fermo, immobile, anche il tempo. Ci piaceva tanto scendere insieme nell’acqua più cupa, subito profonda, in riva a quella nostra isola; forse solo là sotto, nella fissità di quegli istanti lunghi come secoli, siamo stati felici...». Una silenziosa e liquida penombra circonda la protagonista di questo bellissimo, inedito testo, recentemente pubblicato da Garzanti, che Magris ha appunto concepito per Daniela Giovanetti, una delle artiste di riferimento del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia, che produce lo spettacolo. A lei, il celebre germanista triestino - fra i più lucidi e sensibili intellettuali e maître de penser dei nostri giorni - affida il ruolo di novella Euridice, testimone di un amore il cui eco si ripete, sempre più forte, oltre il tempo e lo spazio.
Ad Antonio Calenda, direttore dell’ente friulano, il compito di trasporre sul palcoscenico - com’era già avvenuto, con esiti eccellenti, nella stagione 2002-2003 per La Mostra - le suggestioni ed i profondi significati del testo di Magris, che ripercorre ora, in modo assolutamente attuale ed emozionante la parabola della bellissima sposa di Orfeo. Il mito la vuole uccisa dal morso di un serpente e condotta nell’Ade. Straziato, Orfeo l’insegue, e con il suo canto commuove a tal punto Persefone e i guardiani degli Inferi, da ottenere di riportarla con sé sulla terra. L’unica condizione è che l’uomo non si volga mai a guardare l’amata prima di essere uscito dall’Ade: ma Orfeo, misteriosamente non riesce a resistere, ed Euridice viene restituita per sempre suo destino di ombra e morte. Di questo toccante e antico racconto, Magris coglie e restituisce il senso profondo e universale, scorgendo e offrendo al pubblico anche un vortice di piccoli frammenti quotidiani, veri, palpitanti, anche autobiografici: accenti di un universo poetico coinvolgente e struggente, espressi attraverso una scrittura che armonizza con raffinatezza altissima consapevolezza culturale e intensa sensibilità.
I suoi moderni Orfeo ed Euridice sono tratteggiati nella loro umanità, puntando l’attenzione sulla loro interiorità ricca di sentimenti e contraddizioni. Attraverso le parole della donna - prigioniera di un Ade dal profilo talvolta angosciante e kafkiano, talvolta rassicurante - conosciamo ogni vibrazione del loro animo: la reciproca nostalgia, i loro sogni, la forza di Euridice, le paure, la drammatica solitudine di Orfeo, l’amore, i sensi di colpa, l’estremo sacrificio... Un trascolorare di immagini e sensazioni, che attraverso l’appassionata interpretazione di Daniela Giovanetti e la creatività registica di Calenda racconteranno - per usare le parole dell’autore - «la felicità, il vuoto, la catastrofe, la pienezza insostenibile di stare insieme».
Lo spettacolo sarà oggetto di approfondimento nell’ambito di “Doppia scena”, il ciclo di incontri organizzati dallo Stabile in collaborazione con le Facoltà di Lettere e di Lingue straniere. L’appuntamento con Antonio Calenda e Daniela Giovanetti è per giovedì 29 marzo alle 11,30 nell’aula A2 del Monastero dei Benedettini; coordina il docente Iain Halliday.
(29 marzo 2007)