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Otello

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Dal 6 al 16 marzo, al Teatro Verga di Catania, in scena spettacolo liberamente ispirato alla tragedia di William Shakespeare

Dal 6 al 16 marzo, al Teatro Verga di Catania, andrà in scena Otello di Luigi Lo Cascio, liberamente ispirato all’Otello di William Shakespeare.  

Interpretano: Vincenzo Pirrotta e Luigi Lo Cascio, con Valentina Cenni e Giovanni Calcagno.  E' una coproduzione Teatro Stabile di Catania ed Emilia Romagna Teatro Fondazione.  

Un Otello scarnificato, ridotto a tre personaggi (il Moro, Jago, Desdemona) e rivisitato in chiave esistenziale. Per scavare dentro l'antica e modernissima ossessione di un possesso amoroso che diventa funesto. In cui quasi sempre è la donna a soccombere, il maschio a dannarsi. Un Otello che punta al cuore della pulsione senza ritorno, che scatena la rovina. Perché un amore che sembrava invincibile può avere epilogo nefasto? E soprattutto, era amore? E se lo era, perché un sentimento, quanto più è dominante, tanto più rischia di travolgere vite e destini?

Un Otello denso di interrogativi quello riscritto e diretto da Luigi Lo Cascio, che sceglie per il ruolo del titolo il magnetico Vincenzo Pirrotta, e riserva a sé quello di Jago, la mente tessitrice dell'inganno, ma infine vittima della sua vittima. Jago, scintilla di un fatale crollo psicologico che il Moro, pur invincibile e saggio guerriero, non saprà dominare. Quanto istigazioni e pressioni esterne possono risvegliare la bestia che è dentro di noi? E a generarla, la bestia, è un'intima potenza, o piuttosto debolezza, incapacità di stabilire profonda fiducia con chi si ama e un equilibrio con se stessi? Una misteriosa, angosciosa tragedia, quella rimeditata da Lo Cascio, distante dall'incanto dell'isola di Cipro.

Eppure un Otello più che mai fedele a Shakespeare, al suo infallibile, profondo scandagliare l'animo umano. Una rielaborazione più che mai vicina a quel sontuoso capolavoro che irradia la propria forza da un buio nucleo pulsante: la gelosia che rode il pur magnanimo condottiero, ne accende la furia incontenibile fino alla cieca violenza, lo rende sordo a qualsivoglia supplica o ammonimento. E la rilettura di Luigi Lo Cascio distilla il grumo oscuro di un male primario, da sempre vivo tra gli uomini, follia accecante e vulnus irreparabile

(06 marzo 2014)

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