Entusiasmo, incontri, dibattiti e tanto pubblico per la presenza a Catania di Pippo Delbono e della sua Compagnia, ospiti con due spettacoli di nuovoteatro, la rassegna che il
Teatro Stabile etneo dedica agli autori contemporanei. Dopo il successo di
Questo buio feroce, cresce l’attesa per la messinscena di
Urlo, pluripremiato spettacolo di culto, in scena all’Ambasciatori da martedì 6 a domenica 11 marzo.
L’allestimento ha ricevuto in tutta Europa un’accoglienza trionfale, fin dal debutto avvenuto nel 2004 al Festival d’Avignone, nel mitico spazio della Carrière Bourbon. Il critico di Le Monde ha parlato di “evento indimenticabile, che resterà scritto nei cuori. […] uno spettacolo pieno di saggezza e follia, di musica e poesia, popolato da creature fiabesche”.
Urlo è un affresco sul nostro tempo, sul nostro reiterato smarrimento fra sogni e guerre. L’autore e regista ligure conferma la sua capacità di associare immagini e di toccare corde emozionali profonde con un linguaggio poetico e popolare. E sono proprio le marce popolari di una banda in scena a conferire un’atmosfera di struggente innocenza, così come i ventuno attori della compagnia si offrono con una visceralità e una precisione non comuni. Il lavoro di Delbono nasce sempre dentro alla vita, attraverso i corpi e le voci con cui ha scelto di condividere e raccontare quel viaggio, ogni volta dedicato a un tema, a una domanda ai quali, insieme ai compagni di lavoro, cerca risposte. Questa volta la tematica è quella del potere, una parola carica di molti significati, che tocca tanti territori, che evoca subito l’aspetto forte e restrittivo del potere politico, religioso, di chi ti comanda, di chi ti fa sentire vittima, ma poi si apre ad altri significati, ai poteri sottili di chi ti schiaccia umanamente, al potere della cultura o a quello contenuto nei rapporti interpersonali, quello che ti toglie forza e libertà di espressione.
Con Urlo Delbono torna al liguaggio fisico-vocale che aveva contrassegnato i suoi primi spettacoli, a un teatro del corpo che danza, del gesto silenzioso che sa raccontare, in cui la voce e il canto diventano l’urgenza a dire e le parole si caricano di senso. Lo spettacolo utilizza un linguaggio fatto di molti timbri, in cui mondi diversi si mettono in contatto. Ideazione e regia sono, come sempre di Pippo Delbono, le scene di Philippe Marioge, le luci Manuel Bernard. La Compagnia annovera, insieme al suo fondatore, Fadel Abeid, Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Raffaella Banchelli, Bobò, Enkeleda Cekani, Margherita Clemente, Piero Corso, Lucia Della Ferrera, Ilaria Distante, Claudio Gasparotto, Gustavo Giacosa, Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Germana Mastropasqua, Gianni Parenti, Mr. Puma, Pepe Robledo, Marzia Valpiola. Il gruppo è costituito dai compagni “storici” di Delbono e da qualche inedita nuova presenza che si è avvicinata con interesse al lavoro della Compagnia e che costituisce lo stimolo al confronto, quell’altra voce che rende la lingua più piena. Il nucleo antico è quello di Pepe, di Gustavo, e degli altri “non attori” la cui straordinarietà si è fatta esperienza e oggi sono attori completi, come Bobò, Gianluca e Nelson, che nel tempo hanno maturato un linguaggio universale, non più solo legato alle loro vite.
Urlo è una coproduzione internazionale che vede la partecipazione di Emilia Romagna Teatro Fondazione, Maison de la Culture de Bourges, Festival d’Avignon, Teatro di Roma, Le Volcan - Scène Nationale du Havre, Théâtre de la Cité - Théâtre National de Toulouse Midi-Pyrénées, Scène nationale de Sète, Spielzeiteuropa Berliner Festspiele, in collaborazione con Fondazione Orestiadi di Gibellina.