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La poesia satirico-burlesca tra passato e futuro

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Venerdì 23 dicembre alle 19, al Palazzo della Cultura di Catania, reading performativo con presentazione di un cortometraggio e esposizione d'abiti di scena, per celebrare la figura del poeta Paolo Maura

Venerdì 23 dicembre alle 19, al Palazzo della Cultura di Catania, si terrà un momento di lettura e di dibattito, dal tema Paolo Maura – La poesia satirico-burlesca tra passato e futuro, con la presentazione del cortometraggio I dolenti versi di un poeta. Paolo Maura 1638-1711, per la regia di Mario Luca Testa.  

Un reading performativo, curato da “La Bottega di Orpheus” per la regia di Mario Luca Testa, ha inaugurato una serie di eventi artistico culturali per celebrare la figura del poeta menenino Paolo Maura in occasione del trecentesimo anniversario della sua morte. Il reading, messo in scena nella città di Piazza Armerina, per il “Circuito del Mito”, è stato seguito dalla realizzazione di un cortometraggio “I dolenti versi di un poeta. Paolo Maura 1638-1711”, il cui trailer è stato finalista alla terza edizione del Pitch Trailer Film Fest di Catania. Il titolo accomuna entrambi i lavori e ruota intorno all’intento di valorizzazione del patrimonio artistico e culturale siciliano, non solo attraverso la sua salvaguardia e tutela, ma soprattutto con un suo vitale e concreto utilizzo.

Grazie al patrocinio del Comune di Catania, l’Assessorato alla Cultura dello stesso Comune di Catania, all’Associazione “Ideattiva” e a “La Bottega di Orpheus”, il cortometraggio sarà presentato presso il Palazzo della Cultura a Catania. L’evento prende il nome di “Paolo Maura – La poesia satirico-burlesca tra passato e futuro” perchè vuole, anche, essere un momento di dibattito sul tema con l’intervento di personalità della cultura catanese, tra cui docenti universitari, cultori e professionisti del settore. Per avvalorare l’evento alle 21, si inaugurerà l’esposizione che vede protagonisti gli abiti di scena e alcuni documenti fotografici del cortometraggio. (L’esposizione rimarrà aperta fino al 12 febbraio 2012).

La presentazione del cortometraggio vuole essere un particolare momento di riflessione sui processi comunicativi e sociali che sono scaturiti intorno al 1693. Lo scopo principale di Mario Luca Testa, da intellettuale e da menenino, è stato ed è quello di dare visibilità, attraverso le nuove forme di comunicazione e di spettacolo, alla produzione artistica e letteraria di Maura che è il retroterra culturale di chi nei secoli successivi ha avuto i natali menenini (Capuana e Bonaviri) e non solo. Il cortometraggio è stato girato interamente a Mineo e traccia in modo schietto e frammentato il percorso di vita del poeta. La giovinezza del Maura (interpretato da Giorgio Musumeci) è caratterizzata dall’innamoramento per la giovane Costanza (Lucilla Barbera) appartenente alla nobile e potente famiglia Maniscalco, la quale si oppone al rapporto tra i due ragazzi facendo rinchiudere il poeta ne lu Casteddu di Piazza Armerina prima e nella città di Palermo presso la Vicaria dopo. Mentre la giovane è rinchiusa nel Monastero di Santa Maria degli Angioli di Mineo. Durante il periodo della carcerazione il poeta, nel buio della solitudine, fa i conti con il suo passato e cerca sfogo nelle parole, scrivendo una lettera ad un amico (Dario Iubatti), l’unico che lo ha sempre sostenuto e creduto. Attraverso l’espediente tecnico della scrittura si assiste alla realizzazione di un’ecfrasis che ripercorre le tappe di una giovinezza ribelle e ingenua, nel descrivere l’azione della sua cattura, si assiste alla rappresentazione metaforica del suo sentire le cose della vita, per questo incontra la prostituta (Ketty Governali), la Fame (Giuseppe Siracusa), lo Sbirro (Sebastiano Custode) e il Diavolo (Orazio Casaccio), per poi lasciarsi andare allo sconforto sino a combattere la visione della Morte (Francesco Schembari). La sua vita travagliata è ulteriormente segnata dal disastroso terremoto del 1693 e si concluderà il 24 settembre del 1711. La presentazione sarà un evento nell’evento se si considera quanto sia stato fondamentale il terremoto che colpì la Sicilia orientale proprio in quell’anno. Sia il cortometraggio che il reading performativo portano la firma di Mario Luca Testa, che attraverso delle immagini piene di pathos si mantiene ad alti livelli, e comunica tutte le caratteristiche di un’epoca difficile come quella del seicento.

Il regista Mario Luca Testa ha frequentato gli studi scenografici presso l’Accademia di Belle Arti di Catania conseguendo il Diploma Accademico di Arti Visive e Discipline dello Spettacolo di primo e di secondo livello con il massimo dei voti. Accademia nella quale oggi è cultore della disciplina di Storia e teoria del videoclip. Nei suoi lavori non manca mai la ricerca del gusto classico intriso con il gusto contemporaneo, egli infatti, rifacendosi alle parole di Jorge Luis Borges, afferma: «Non ci sono anticipatori: ci sono dei grandi che creano, a ritroso, la grandezza dei loro predecessori».

(23 dicembre 2011)

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